SEI IN > VIVERE ITALIA > SPORT
intervista

Il Presidente della FITP Marche Emiliano Guzzo: ‘’Il futuro del tennis marchigiano è roseo. Jannik Sinner e Luca Nardi sono i migliori talenti italiani’’

8' di lettura
208

Vivere Senigallia prosegue gli incontri con i protagonisti del mondo sportivo. In quest’occasione abbiamo incontrato Emiliano Guzzo, Presidente della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) Marche da sedici anni. Abbiamo fatto un'interessante chiacchierata sul tennis marchigiano e nell’occasione ci ha raccontato qualche aneddoto personale.

Innanzitutto, quando e come nasce la tua passione per il tennis?

Nasce casualmente. Giocavo a tennis come hobby, dato che il mio sport principale era la pallacanestro, affittavamo un campo privato all’età di 11-12 anni e mettevano in palio una pizza per chi vinceva la partita. Poi da lì sono entrato al circolo tennis di Porto San Giorgio come revisore contabile, per poi arrivare alla gestione del settore giovanile di questo circolo tennis, che per 15 anni è stato il miglior circolo delle marche e forse il miglior circolo d’Italia per risultati ottenuti a livello giovanile. In seguito sono giunto al Comitato Regionale, prima per dare una mano a Stefano Carlorosi, che allora era consigliere addetto al settore tecnico giovanile e poi come vicepresidente per due anni sotto Michele Brunetti, sotto il periodo di commissariamento, e poi sedici anni da Presidente.

Se mi devi raccontare un episodio in particolare nell’arco della tua carriera professionale, quale mi racconteresti?

Forse quando ero agli Internazionali d’Italia con l’avvocato Michele Brunetti, che mi diceva ‘’guarda il Presidente FIT (ora FITP, N.d.R) ti vuole parlare’’, eravamo commissariati a due anni con il commissario straordinario, siamo andati al Canottieri a Roma, dove ai tempi si allenavano importanti giocatori e in quel momento c’era un doppio tra il Presidente e un’altra giocatrice, una lussemburghese mi sembra e Pietrangeli con una giocatrice monegasca del circuito WTA che non ricordo. Li l’avvocato mi presentò all’attuale Presidente della Federazione e gli disse ‘’questo ragazzo vorrebbe assumersi la responsabilità di diventare il nuovo Presidente del Comitato Regionale’’ e lui con la sua cadenza sarda mi disse ‘’te la senti di prendere sulle spalle questa responsabilità?’’ e io in maniera ingenua e forse sfrontata gli ho detto ‘’con alle spalle l’avvocato Brunetti sicuramente sì’’ e da li è iniziato il mio percorso come Presidente del Comitato Regionale.

Non solo conosci molto bene Luca Nardi, ma l’hai anche visto crescere (come altri tennisti e altre tenniste delle marche), cosa hai provato alla sua vittoria dello scorso marzo di Nardi contro Djokovic? Questa vittoria ha dato lustro secondo te, oltre che al giocatore, in qualche modo anche alla nostra regione?

Luca Nardi è stato sempre un mio pallino. Per 16 anni ho fatto un po’ da tutor, allenatore, tecnico, coach e dirigente sportivo a tutti i ragazzi delle marche, in quanto abbiamo creato un sistema per farli allenare al meglio e fargli avere risultati. Questo sistema con Luca Nardi, insieme a Elisabetta Cocciaretto e Stefano Travaglia ha portato i suoi frutti. La soddisfazione è stata doppia perché questo sistema che avevamo creato di attività, raduni e incentivi ha portato i suoi frutti. E poi Luca è stato sempre un mio pallino, io l’ho sempre detto che giocava e gioca come Roger Federer e quindi a dispetto anche dei pochi risultati degli ultimi anni l’ho sempre portato in palmo di mano nei confronti di tutti, ho sempre detto che secondo me insieme a Sinner erano i migliori talenti del tennis italiano. Questo sicuramente ha portato anche, non solo la vittoria su Djokovic e tanta attenzione nei suoi confronti, ma anche alla regione, insieme comunque a Elisabetta che non più tardi di sei mesi fa ha raggiunto la 29esima posizione a livello mondiale.

Ma sappiamo bene che il tennis marchigiano non è solo Nardi e Cocciaretto (oltre ad altri e altre che in passato hanno dato lustro al tennis della regione), ci sono altri giocatori e giocatrici che stanno venendo fuori: come reputi l’avvenire del tennis della nostra regione?

Si, come dici giustamente non sono solo Elisabetta e Luca che danno lustro al tennis marchigiano, è stato anche Stefano Travaglia che ha raggiunto la 60esima posizione a livello mondiale, ed è stato convocato in Coppa Davis. Ma soprattutto il futuro è roseo, perché dietro a loro abbiamo una 2003 e una 2002, come Jennifer Ruggeri e Sofia Rocchetti, la prima è 435esima al mondo, la seconda è 427esima, e hanno ricevuto proprio adesso le wild card per le qualificazioni degli Internazionali d’Italia. Abbiamo Tommaso Compagnucci, del ’99, che è 458 del mondo, lo stesso Stefano Travaglia a oggi è 196 del mondo. E poi abbiamo un gran numero di under 16 e under 18, che nell’under 18 sono fra le migliori classifiche mondiali per quanto riguarda sia il maschile che il femminile e che stanno continuando a vincere i campionati italiani come Ilary Pistola, campionessa italiana under 16 e Arianna Ovarelli, vincitrice dei campionati nazionali under 13. Possiamo dire che il futuro è sicuramente roseo! Nelle annate 2003, 2004 e 2005 vorrei ricordare anche Peter Buldorini, che oggi copre la 835esima posizione a livello mondiale, è un 2004. Diciamo che il futuro per i giovani marchigiani è assolutamente roseo.

L’allenatore sambenedettese Simone Vagnozzi, affiancato da Darren Cahill, sta facendo un incredibile lavoro con Jannik Sinner, cosa ci racconta di lui? E quanto la soddisfa vederlo ai vertici del tennis mondiale?

Simone è un ragazzo che conosco benissimo. Il suo primo incarico ‘’importante’’ lo ha avuto quando aveva preso Gianluca Quinzi, fratello di Gianluigi, ad allenare appena finita la sua carriera da giocatore professionista. Tra le altre cose, quell’anno nella Coppa Inverno Gianluca Quinzi perse 7-5 al terzo set contro Jannik Sinner, quando si scontrarono contro il Trentino Alto Adige, quindi anche li fece un ottimo lavoro. È un ragazzo che finita la sua carriera da giocatore all’inizio ha fatto un pochino di difficoltà nel cercare di imporsi in questo mondo dell’allenamento, poi finito questo anno con Gianluca, ha avuto la chiamata da Massimo Sartori, il suo ex allenatore, per allenare Marco Cecchinato e da li è partito con questo primo e grande risultato di Cecchinato in Ungheria, a Budapest, quando da lucky loser vince il torneo ed è riuscito a portarlo al numero 16 del mondo. Poi prese Stefano Travaglia e lo portò al suo best ranking che è il numero 60 mondiale. E infine la chiamata da Sinner, e si è preso questa grandissima responsabilità. Quello che posso dire di Simone è che è un ragazzo, a prescindere dal punto di vista tecnico le cui doti sono innegabili e oggettive, bravissimo, una persona in gambissima, di un’umiltà strepitosa, è un grande lavoratore, è un ragazzo molto, molto intelligente, lo era da giocatore e lo ha confermato anche da coach e questa conoscenza ‘’know-how’’ nella sua esperienza da giocatore e nella sua importante esperienza da allenatore l’ha messa a disposizione di Sinner, naturalmente insieme a Cahill hanno formato una squadra eccezionale e ottenuto un risultato fenomenale, che probabilmente molti non si aspettavano, considerando che Sinner partiva da numero 10 del mondo. Ad oggi, però, se l’anno scorso è stato eletto numero 1 dei coach a livello mondiale io penso che sia strameritato, sia come allenatore che soprattutto come persona, che forse è ancor di più, perché veramente ha una moralità e un’etica eccezionali.

Prima ci hai detto che la pallacanestro era il tuo sport principale: secondo te, tennis e basket considerando tutti gli aspetti, possono avere qualche componente in comune?

Io sono un grandissimo appassionato di basket, lo sono tutt’ora, ho giocato a pallacanestro fino a 5 anni fa quando ho rotto i crociati. L’elemento da mettere in comune insieme al tennis? Io ho copiato sia per quanto riguarda il circolo tennis che per quanto riguarda la regione marche, la struttura organizzativa del settore giovanile, quindi dalla pallacanestro ho preso che è fondamentale specializzarsi per ogni categoria di età e che bisogna fare attività specifica per ogni categoria di età. Quindi ho preso dalla pallacanestro l’organizzazione dei settori giovanili, la specializzazione e l’ho riportata nel tennis, quando ancora c’era un maestro che faceva tutto, noi siamo stati uno dei primi circoli che ha specializzato l’attività under 10 e l’attività agonistica.

Si dice che il tennis dal punto di vista psicologico sia uno degli sport più difficili, a tuo avviso, tra tutto quello che può ‘’dare’’, quanto lo ritieni idoneo come sport per la crescita personale di un giovane? E perché ne consiglieresti la pratica?

L’aspetto psicologico nel tennis è fondamentale. Paragoniamo il tennis che è uno sport individuale alla metafora della vita, ‘’chi affronta e riesce ad affrontare gli appuntamenti importanti nel tennis si troverà bene anche nella vita’’; questo un po’ in tutti gli sport, ma l’elemento psicologico nel tennis forse è ancora preponderante perché è uno sport individuale un po’ come se fosse un gioco di scacchi, quindi è assolutamente fondamentale per la crescita di un ragazzo, sia per tutte anche le attività formative che fanno già da tenera età, anche a livello internazionale.

I tuoi progetti per il futuro?

Mi hanno proposto di candidarmi per il Consiglio Nazionale. Probabilmente a settembre se non cambia nulla mi candiderò e proverò quest’ultimo stadio del dirigente tennista, in quanto ho fatto sedici anni da Presidente del Comitato Regionale, due da Vicepresidente, ne ho fatti quattro in Federazione Europea, mi occupavo della formazione e dello sviluppo del tennis europeo e questo che verrà penso sia l’ultimo stadio del percorso da dirigente tennistico.





Questa è un'intervista pubblicata il 27-04-2024 alle 16:54 sul giornale del 29 aprile 2024 - 208 letture



qrcode